San Pietro apostolo

Beata Vergine della Fognana

 

Nel 1752 venne portata a termine la fabbrica di un nuovo oratorio, con il contributo di molti devoti, tra i quali il conte Alessandro Naldi, che donò il terreno della sua proprietà denominata Burano, per farvi erigere la chiesetta, la sagrestia e il cimitero. Sorse così la chiesetta della Fognana, denominata ufficialmente Oratorio della Beata Vergine della Speranza. Al XVIII secolo appartengono anche l’altare di scagliola (donato dai Naldi) e la residenza processionale. Oggi la terracotta della Madonna è contenuta in una residenza argentea, adorna di fregi e di simboli eucaristici, commissionata nella seconda metà del secolo scorso dal parroco Giovanni Laghi. La fioriera, attribuita all’argentiere faentino Giovanni Baccarini, è stata recentemente restaurata da Gaetano Marzocchi.Descrizione: Terracotta policroma, cm 27×20, in bassorilievo limitatamente alla iconografia da stampo e in altorilievo per gli elementi individuanti l’ex-voto. A forma rettangolare con cornice a cordulo plurimo, raffigura la Vergine a mezzo busto, coperta da manto, a capo scoperto e con capelli fluenti sulle spalle, col Bambino nudo in braccio, emtrambi con aurela e uniti da mutuo abbraccio. Ai lati in alto due cherubini e di poco sotto due margherite. In fondo a destra, inserita nel cordulo, il miracolato genuflesso in atto di supplica, con accanto un orcio visto dall’alto, inserita nel cordulo, la fontana. Il modello iconografico deriva da schemi toscani di scuola robbiana risalenti al XV secolo. Data ed autore sono ignoti, ma dall’opera traspare abilità plasticatrice. Databile tra la seconda metà del XVI e la prima metà del XVII secolo. Entrata in uso: nell’anno 1664.

Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: Borghesi Stefano e Castellari Giuliano (a cura di), Il culto della B.V. della Fognana a Tebano, Castel Bolognese, Grafica Artigiana, 1994.

 

Le prime notizie su questa devozione ci derivano da un atto notarile, risalente al 1664 (Archivio notarile di Faenza, vol 3157) in cui si fa esplicito riferimento alla celletta di Santa Maria, detta la Fugnana, eretta nel campo di Martino Pisotti e alle offerte dei fedeli, ivi raccolte, destinate a saldare il debito contratto dalla società del Santissimo Sacramento di Santa Maria di Tebano per l’acquisto di alcune tornature del terreno posseduto dal Pisotti (cf S. Borghesi, 8). Dopo la seconda guerra mondiale caduto in disuso, l’immagine è stata collocata da pochi anni sull’altare di sinistra della chiesa di Tebano dal 1986 accorpata alla parrocchia di San Pietro apostolo in Biancanigo. Il 13 settembre 1992 sul luogo di origine del culto è stato inaugurato un pilastrino, ove esiste ancora il residuo del pozzo presso il quale avvenne il miracolo, come ricorda l’epigrafe apposta: La comunità di Tebano questo pilastrino pose presso la fonte della prodigiosa guarigione del 1685 come segno di gratitudine per le molteplici grazie ricevute dalla B.V. della Fognana.

A. M. Regoli, Breve descritione della B. Vergine detta della Fugnana, in Libro intitolato Campione segnato lettera B appartenente alli beni et effetti della Venerabile Compagnia del S.S.mo Sacramento eretta nella chiesa parrocchiale di S. Maria in Tebano territorio e diocesi di Faenza e della Beata Vergine detta della Fugnana, fatto d’ordine dell’Ill.mo e Rev.mo monsignor Antonio Cantoni dignissimo Vescovo di detta città da me Antonio Maria Regoli revisore generale dè conti dè luoghi pii l’anno 1762, ms. Faenza, Archivio di Stato.

BIBLIOGRAFIA – Oltre ai testi specificamente dedicati a questo luogo di culto si rinvia ad alcuni repertori significativi che presentano sezioni relative al santuario. – ARTICOLO IN MISCELLANEA – Pezzoli Stefano, ‘Repertorio generale dei Santuari in Emilia Romagna’, in Arte e Santuari in Emilia Romagna 1987, pp. 179 – 239. (Per la diocesi di Faenza-Modigliana sono descritti i seguenti santuari: Beata Vergine della Fognana).

nel settecento e ottocento.

Dal 1986 la parrocchia di Santa Caterina è accorpata a quella di San Pietro Apostolo.

il patronato è attestato nel XVII e XVIII secolo.